29
ottobre 2014
E'
morto Antonio Terenghi, papà di Pedrito el Drito
Con
la morte di Antonio Terenghi, avvenuta il 26 ottobre a Milano, si
chiude il capitolo più glorioso del fumetto umoristico italiano. Era
rimasto, infatti, l’ultimo dei grandi cartoonist (intendo Benito
Jacovitti, Egidio Gherlizza, Carlo Peroni, Lino Landolfi, Luciano
Bottaro Giorgio Rebuffi) che, dalla fine degli anni quaranta e per
vari decenni, avevano fatto la fortuna dei periodici per ragazzi –
dal Vittorioso al Monello – dando vita a gag esilaranti e a
personaggi originali e ancora oggi popolarissimi. Terenghi, in
particolare, era il papà di una gremita galleria di figure comiche –
da Mac Keron a Ademaro il Corsaro, da Teddy Sberla allo scimpanzè
Togo, dall’indiano Caribù a Geo Sombrero – e, soprattutto, a due
“eroi” amati dai lettori bambini come da quelli adulti, ovvero
Pedrito El Drito e Tarzanetto.
Antonio
Terenghi era nato ad Alano di Piave, in provincia di Belluno, il 31
ottobre 1921. Alla fine di quel decennio, la famiglia si era
trasferita a Milano ed egli aveva iniziato a lavorare come garzone di
un fruttivendolo. In quel periodo scopre le strip americane –
quelle con Blondie e Dagoberto e Arcibaldo e Petronilla che
sicuramente gli servirono da modello al momento di dare forma ai
caratteri di Pedrito e Paquita – ne rimane affascinato e comincia
a dedicarsi al disegno di caricature e di vignette. A 18 anni va
militare e, in Libia, viene fatto prigioniero dagli inglesi. Quando
ritorna, nel 1946, dapprima cerca lavoro presso lo studio
dell’illustratore e cartellonista Gino Boccasile, poi ha modo di
debuttare nel fumetto e via via collabora con tutte le case editrici
di materiale umoristico (Edital, Universo, Dardo, Alpe)
distinguendosi per uno stile
essenziale
e dinamico nel contempo.
Nel
1951, per l’editore Cino del Duca, crea Pedrito el Drito, il
personaggio che, pubblicato su il Monello e sugli Albi
dell’Intrepido, lo renderà famoso. Si tratta dello sceriffo di
Tapioca City: piccoletto, calvo, dotato di baffi neri e imponenti, la
cui vita è resa difficile non tanto da fuorilegge o pellerossa,
quanto da Paquita, severissima consorte pronta a infierire su di lui
a colpi di matterello 29 ottobre
2014così generando gag grafiche che scatenano risate
scompiscianti e gli fanno conquistare le simpatie dei lettori.
Tre
anni dopo, per il giornale “Chicchiricchì”, Terenghi ottiene un
altro successo, per molti versi clamoroso, cimentandosi in una
parodia di Tarzan e inventando un pestifero ragazzino con bombetta e
sigaro, protagonista di esilaranti avventure nella giungla africana.
Nel
2000 la Sergio Bonelli Editore ha reso omaggio alla scatenata vis
comica di Antonio Terenghi pubblicando un prezioso volume contenente
le sue storie più famose per la collana “I grandi Comici del
Fumetto”.