10 novembre
2013
BERLINGUER,
LA STORIA IN UN GRAPHIC NOVEL
E’ giovedì
7 giugno 1984. Tira un’aria gelida e ogni tanto i lampi solcano il cielo. Alle
21,30, dopo aver scritto le risposte ad alcune domande formulate da Lamberto Sechi,
direttore del Mattino di Padova, e incontrato una delegazione di operai della
Galileo, Enrico Belinguer, segretario generale del Partito Comunista Italiano
dal 1972, entra in Piazza della Frutta, a Padova.
Lo
accolgono migliaia di persone che scandiscono il suo nome e l’accompagnano con
applausi mentre sale sul palco.
Le
telecamere della televisione di Stato riprendono la folla, poi si fermano sul
primo piano di Berlinguer, appena egli inizia il suo discorso.
Parla con
toni appassionati per mezz’ora, poi viene colpito da un ictus e le parole si
spezzano.
La gente lo
vede aggrapparsi al leggio, sorseggiare dell’acqua con mano tremante; e si
rende conto di assistere ad un dramma.
Qualcuno
dalla piazza lo implora di fermarsi.
Pronuncia a
fatica la frase che conclude il discorso, poi – sono le 22,30 – sostenuto dai
compagni di partito, scende dal palco. Morirà l’11 giugno nella clinica
neurologica di Padova.
Sandro
Pertini, che accorre all’ospedale, dispone che la salma venga portata a Roma
sull’aereo presidenziale e dichiara “Lo porto via come un amico fraterno, come
un figlio, come un compagno di lotta”.
Da qui,
dall’ultimo discorso del leader comunista – rievocato utilizzando fotogrammi
della sequenza televisiva – prende il via l’ultima opera a fumetti di Elettra
Stamboulis e Gianluca Costantini che, col titolo “Arrivederci Berlinguer” (15
euro), l’editrice Becco Giallo ha da pochi giorni distribuito in libreria.
Non si
tratta, però, di un convenzionale graphic novel o di una biografia illustrata.
Nella
stesura del racconto, Elettra Stamboulis rievoca la vita dell’uomo che fu modello
di passione politica e di integrità morale, per intrecciare ad essa tanta parte
dei propri ricordi e dei propri ideali, da quando, tredicenne, partecipò con
centinaia di migliaia di italiani al funerale di Enrico Berlinguer.
Graficamente,
Gianluca Costantini, artista ravennate da sempre militante negli ambiti
espressivi dell’avanguardia, traduce le emozioni del testo impiegando le
tecniche più varie, dal classico disegno al tratto alla fotografia e al collage,
in modo di ottenere un caleidoscopio di vignette cariche di notevoli effetti
evocativi.
“Arrivederci
Berlinguer” serve a non dimenticare che già trent’anni fa egli aveva posto come
prioritaria, per la sopravvivenza della democrazia nel nostro paese, la
questione morale.
Il 7 giugno
del 1984 rispondendo a Sechi dichiarò: “Le ultime squallide e umilianti vicende
di cui sono protagonisti i partiti del governo Craxi costituiscono la prova
provata che si è ormai chiuso un ciclo della vita politica e governativa italiana,
che le forme e le formule che l’hanno caratterizzata sono esaurite, anzi
esauste.”
La sua
voce, purtroppo, rimase inascoltata. Dieci anni dopo cominciò Tangentopoli.