21 aprile 2010 |
Li chiamano “i carabinieri dell’arte”. Appartengono alla “Benemerita”, ma non danno la caccia a scippatori o a terroristi. A loro spetta il compito di salvaguardare un tesoro inestimabile: i beni artistici dello Stato Italiano. Anche se non tutti lo sanno, al nostro paese appartiene il 60 per cento del patrimonio culturale del mondo. Ovunque, in Italia, sono presenti i segni dell’Arte; non solo nelle località che con i loro splendori attraggono visitatori di ogni parte, ma anche nei borghi più sperduti vi è qualcosa di speciale, di unico, di irripetibile: può essere un reliquiario, un codice miniato, un affresco seicentesco sulla parete di una antica casa. Opere molto diffuse, dunque, ma anche molto fragili, perché esposte al rischio di furti, di danneggiamenti, di commercializzazioni illegali. Così, per fronteggiare queste minacce, nel 1969 venne costituito il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, ovvero il primo organismo di polizia al mondo specializzato nella salvaguardia dell’Arte. Oggi, a guidarlo, è il Generale Giovanni Nistri. “ Da quarant’anni - ci ha dichiarato - i Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale si impegnano con le loro indagini per ritrovare - sia in Italia, sia all’estero - beni culturali rubati. Si tratta di beni che ladri senza scrupoli hanno strappato via da musei, siti archeologici, biblioteche o abitazioni private per venderli, spesso anche al di fuori dei confini nazionali. Così facendo però i ladri non sottraggono solo oggetti dal patrimonio culturale italiano ma (e questo e ben più grave) sottraggono alla nostra Nazione e dunque a tutti noi frammenti di quella che è forse la maggior ricchezza dell’Italia: la sua straordinaria cultura. Per questi motivi, la missione dei Carabinieri TPC è esaltante e straordinaria allo stesso tempo: attraverso complesse indagini, il lavoro consiste nel ritrovare ad una ad una le tessera mancanti di un meraviglioso mosaico che il mondo invidia all’Italia, così da ricomporlo a vantaggio dei cittadini e di tutto il mondo”. Il primo, clamoroso successo dei “carabinieri dell’arte” risale al 1976 quando, nonostante una serie di difficoltà diplomatiche, vennero recuperati in territorio svizzero tre capolavori della pittura rinascimentale, “La Flagellazione” e la “Madonna di Senigallia”, entrambi di Piero della Francesca e “La Muta” di Raffaello, trafugati l’anno precedente dal Palazzo Ducale di Urbino. Uno dei più recenti exploit, denso anch’esso di risvolti da intrigo internazionale, si riferisce al “cratere di Eufronio”, un antico vaso greco che il Metropolitan Museum di New York aveva acquistato nel 1972 per un milione di dollari da un mercante libanese. Dopo accurate indagini i carabinieri scoprirono che in realtà proveniva dal saccheggio di una tomba etrusca dell’area archeologica di Cerveteri: il reperto venne restituito all’Italia e ora è esposto nel Museo di Villa Giulia a Roma. Qui, ovviamente, è impossibile descrivere tutte le “operazioni” coronate da successo; i numeri, tuttavia, sono eloquenti: nel periodo dal 1970 al 2009 i carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale hanno recuperato 396.500 oggetti d’arte e 870.566 reperti archeologici e sequestrato ben 254.456 opere falsificate. Strumento prezioso a disposizione degli investigatori nell’attività di recupero, è la Banca Dati - archivio elettronico, unico al mondo per ampiezza - che contiene la descrizione e l’immagine di oltre tre milioni di oggetti artistici sottratti, di falsi, di opere di cui è vietata l’esportazione, di frutti di rapine e di scavi clandestini. Inoltre, per pareri e consulenze, i carabinieri si avvalgono di critici, di tecnici, di professori universitari ed anche di colleghi di altre specializzazioni: carabinieri a cavallo nel caso di ispezioni in siti archeologici, elicotteristi per controlli ambientali, sommozzatori per ripescare dai fondali marini anfore, relitti, statue, materiale numismatico. Dal Comando, che ha sede a Roma, in Piazza Sant’Ignazio, dipendono i tredici nuclei presenti in altrettante città italiane e il Reparto Operativo - ubicato nella caserma adiacente il convento di San Francesco a Ripa, a Roma - composto da tre Sezioni: Antiquariato, Archeologia, Falsificazione e arte contemporanea. In questo edificio è collocato un caveau dove sono custoditi capolavori sottratti alla criminalità e che, dunque, tornano nel patrimonio del nostro Paese grazie all’impegno, alla professionalità, alla sagacia dei “carabinieri dell’Arte”. A sei avventurose “operazioni” del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, si ispirano le sei storie a fumetti - scritte da me e disegnate da Giancarlo Alessandrini, Sara Colaone, Marco Corona, Giuseppe Palumbo, Maurizio Ribichini, Fabio Visintin - che formano la mostra “Storie d’Arte e di Misfatti” che si inaugura il prossimo 21 aprile - patroncinata dal Presidente della Repubblica -.presso l’Istituto Nazionale per la Grafica, a pochi passi dalla Fontana di Trevi. La mostra, curata da Paolo Barcucci, e nata da un’idea di Legambiente - da anni in prima linea nel monitoraggio del traffico illecito di opere d’arte - otterrà un risultato davvero eccezionale: quello di mettere fianco a fianco l’arte dei creatori di fumetti con le arti tradizionali rappresentate dalle sei opere recuperate dai carabinieri, ovvero un reperto votivo d’era precristiana, un mosaico catacombale, un volume bodoniano, dipinti autentici e falsi d’autore. |