10 novembre 2011 |
L’attesa era stata lunga e carica di aspettative. David Mazzucchelli - artista americano del fumetto, passato dal genere supereroistico (Daredevil e Batman) alle produzioni indipendenti (Città di Vetro e la rivista Rubber Blanket) - da quasi dieci anni lavorava su un romanzo grafico di cui si avevano solo scarne anticipazioni. Secondo alcuni si trattava di un’impresa chimerica, come la tela di Penelope. Quando, nel luglio del 2009, l’opera ebbe un titolo, “Asterios Polyp” e venne finalmente pubblicata, i recensori delle più prestigiose testate non restarono delusi, anzi si profusero in definizioni come “capolavoro”, “miglior libro dell’anno”, “nuovo inizio per la comic art”, dalle quali traspariva l’ammirazione verso un prodotto concepito per nobilitare il fumetto - medium meticcio frutto dell’interazione fra due linguaggi dissimili: quello verbale e quello delle immagini. La dualità, il rapporto dialettico tra due elementi, è anche l’argomento attorno alla quale si dipana almeno metà del libro. Asterios Polyp, architetto di origine greca (il suo cognome completo è Polyphemos, come il ciclope monocolo) è l’unico sopravvissuto di una coppia di gemelli e il peso dell’esistenza incompiuta del fratello ne ha determinato il carattere. Nei suoi corsi all’università, il tema che sempre propone agli studenti, ovvero la contrapposizione tra la linea e la forma o tra funzionale e decorativo, rappresenta sia un approccio progettuale che un modo bidimensionale di interpretare la vita, perfino di concepire il rapporto coniugale. Il suo narcisismo sovrasta e domina costantemente la relazione. In ogni occasione, egli rimarca la propria superiorità culturale, a scapito della personalità della moglie, sulle cui opere artistiche posa solo sguardi e commenti distratti. Anche per questo, il matrimonio naufraga e Asterios precipita nell’Ade della depressione, dove qualsiasi prospettiva sul destino è assente. Poi, il fulmine che incendia la sua casa lo costringe a risalire la china, a confrontarsi con ambienti, pensieri ed esperienze fino ad allora disconosciuti, a calcare le orme di Orfeo per ridare futuro a sé stesso e alla sua donna, e acquisire la capacità di una visione tridimensionale, della realtà, simbolizzata dai tre oggetti - un accendino, un orologio e un coltellino - salvati dall’incendio del proprio passato. Da poco, grazie a Coconino Press/Fandango, “Asterios Polyp” è stato stampato anche in Italia in un volume che sta affascinando i lettori e i critici per l’originalità della trattazione, per la varietà di allusioni culturali, per la stesura grafica dove tutto ha una funzione narrativa: dalla forma dei balloon (diversi a seconda del carattere dei personaggi recitanti) alle immagini paradigmatiche poste all’inizio dei capitoli, dalla disposizione delle vignette sulla pagina, all’utilizzo dei tre colori – ciano, magenta e giallo – che insieme, nella stampa, formano ogni altro pigmento e contribuiscono a rendere il lavoro di David Mazzucchelli un autentico capolavoro. Un capolavoro al quale, nei giorni scorsi, la giuria di Lucca Comics and Games ha meritatamente assegnato il premi più prestigioso del festival, ovvero il “Gran Guinigi”, quale migliore storia pubblicata in Italia nel 2011. (Asterios Polyp-ed.Coconino Press/Fandango, euro 29). |